Carne alla Tartara: origini e preparazione!

Oggi riprendiamo la nostra rubrica parlandovi di uno dei nostri prelibatissimi piatti a base di carne: la Tartara di filetto.

Quanti di voi hanno avuto il piacere di assaggiarla? Ma soprattutto quanti di voi ne conoscono origini e modalità di preparazione?

Possiamo cominciare col dire che per tàrtara (in francese tartàre) s’intende un piatto a base di carne bovina o equina che dopo essere stata finemente tritata al coltello, viene servita cruda, spesso accompagnata da salse di svariata composizione, cipolla, succo di limone, capperi, aceto balsamico e tuorlo d’uovo (anch’esso crudo).

Essa presenta una preparazione fondamentalmente semplice, ma che necessita di una sequenza di passaggi molto meticolosa e naturalmente la massima freschezza e qualità degli ingredienti utilizzati.
Secondo la ricetta classica infatti, dopo essere stata triturata, la carne viene marinata nel vino, in altri alcolici o anche solamente nel succo di limone per ottenere una similcottura, speziata e solo dopo servita con il resto degli ingredienti.

Ma quali origini ha un piatto tanto particolare?
Secondo la leggenda il suo nome deriverebbe dai tartari, popolo di guerrieri di origine turca che, come tali, erano costretti a viaggiare moltissimo e a consumare pasti veloci che non necessitassero di particolari preparazioni, da lì l’idea della tartare.
Essi infatti erano soliti mettere la carne cruda sotto le selle dei cavalli in modo che durante le cavalcate venisse battuta e tritata, risultando così pronta per essere consumata.

In breve tempo questo modo di mangiare la carne si diffuse nella Russia zarista e ai primi del 900, grazie agli chef in esilio, anche in Francia.

Oggi possiamo trovare questo piatto anche in Italia, ma soprattutto nel centro Europa (Francia, Paesi Bassi e Belgio), nonostante sia un piatto risalente al Medioevo.

Cosa aspettate? Venite ad assaggiare la nostro tartara di filetto alla Ringo, realizzata con carne di primissima scelta e servita con olio e limone!